Da un’indagine congiunta, un’importante analisi

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    Adolescenti e socialita': abitudini, comportamenti

    Curata da Societa' Italiana di Medicina dell’Adolescenza e Associazione Laboratorio Adolescenza

    Milano – Vi proponiamo in estrema sintesi la fotografia di come gli adolescenti italiani creano e vivono le relazioni amicali. Il dato emerge dall’indagine “Adolescenti e Socialità” realizzata dalla Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza e dall’Associazione Laboratorio Adolescenza, nel solco del decennale lavoro di indagine della Società Italiana di Pediatria su “Abitudini e Stili di Vita degli Adolescenti Italiani”.

    Questi i punti salienti:

    • Gli amici sono tanti e il “gruppo” protegge, ma condiziona.
    • Internet diventa veicolo anche per creare nuove amicizie reali, mentre lo smartphone “sorpassa” PC e notebook e diventa lo strumento di connessione alla rete più utilizzato dagli adolescenti. 
    • Su Internet il 30% degli adolescenti ha comportamenti nella socializzazione con sconosciuti, che possono esporre a rischi

    Tanti amici, in grandissima prevalenza compagni di scuola, ma l’amico “del cuore” sembra scomparso. L’85,5% degli adolescenti intervistati dichiara infatti di avere “molti amici”, mentre solo l’11,8% dei maschi e il 13,6% delle femmine dichiara di averne “pochi”. Interessante osservare, per quanto riguarda le differenze territoriali, come la percentuale di chi afferma di avere molti amici cresce progressivamente passando dal nord ovest (81,9%), al centro (83,7%), al sud (87,6%), alle isole (92,8%).

    Le nuove amicizie si creano in grandissima prevalenza a scuola (95,5%)
    , ma i nuovi amici si fanno anche spesso praticando sport (70,9%) o “approfittando” dei figli di amici dei genitori (57,1%). La novità è che per il 31% degli intervistati Internet rappresenta oggi un canale per creare nuove amicizie che diventano poi “reali” . 

    Tendenzialmente “fedeli” (solo il 13% dei maschi e il 9% delle femmine cambia frequentemente amicizie) il 43% dei maschi e il 47,5% delle femmine con gli amici ci litiga (qualche volta o spesso), mentre solo il 7% non litiga mai.

    Solo il 9% preferisce vedersi e frequentare un solo amico/a per volta, mentre il 50% si riunisce prevalentemente in piccoli gruppi e il 40% frequenta un gruppo numeroso.

    Il 52% adegua (qualche volta o spesso) - anche malvolentieri - i propri comportamenti o le proprie scelte a ciò che il gruppo di amici decide; al 32% capita di provare disagio quando è con gli amici, e il 52% fa confronti tra il proprio aspetto fisico (specie le femmine 62%) e quello degli amici.

    E’ interessante osservare che mentre l’adeguarsi malvolentieri alle scelte del gruppo è più frequente tra i ragazzi che abitualmente frequentano un gruppo numeroso, il sentirsi a disagio o il fare confronti sull’aspetto fisico prevale tra chi abitualmente frequenta un solo amico o un gruppo ristretto di amici per volta.

    La frequentazione di un gruppo appare quindi, sotto certi aspetti, più tranquillizzante e meno competitiva (nel numero ci si “nasconde” meglio) rispetto alla frequentazione di pochi amici per volta, anche se ciò si paga in termini di autonomia individuale.

    Piernicola Garofalo, Presidente della Società Italiana di Medicina dell’Adolescenza, così commenta: “L’adolescente, individuo in formazione, ondeggia naturalmente tra sentimenti di onnipotenza e grandi fragilità e insicurezze. Negli anni recenti, complice certamente un indirizzo sociale che tende verso la competitività spinta, osserviamo negli adolescenti un significativo aumento della fragilità psicologica. Pensiamo soltanto all’incremento nettissimo di patologie legate ai disturbi della condotta alimentare, prima tra tutte l’anoressia, di sindromi depressive o – ancora più grave – la crescita dei fenomeni suicidari”. 

    “L’adolescente – spiega ancora Garofalo – più che in passato soffre il confronto e fatica ad assumersi la responsabilità delle sue scelte. Ragion per cui delega volentieri questa responsabilità al gruppo (nel quale si sente protetto) anche se ciò avviene spesso a caro prezzo in termini di autonomia. A questo si aggiunge – conclude il Presidente della SIMA – la paura di poter essere estromesso dal gruppo e quindi una acquiescenza pericolosa nei confronti dei “leader”

    L’indagine è stata svolta nell’anno scolastico 2012-2013 su un campione nazionale rappresentativo di 2000 studenti di terza media (età 12 – 14 anni).

    R.R.
    25/1/2014

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