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Salvini all’attacco: garantista solo con gli amiciQuagliariello: «Vogliamo lo stesso peso nel governo». Partito a rischio implosione.
Nessun mega rimpasto, due sostituzioni dei posti vacanti alle Infrastrutture e Affari regionali. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi esclude che dopo le dimissioni di Maurizio Lupi tocchi ora ai sottosegretari indagati lasciare l’incarico. «Ho sempre detto che non ci si dimette per un avviso di garanzia». «Per me un cittadino è innocente finché la sentenza non passa in giudicato. Del resto, è scritto nella Costituzione». «Quindi perché dovrebbe dimettersi un politico indagato? Le condanne si fanno nei tribunali, non sui giornali».
I CASI SOTTOSEGRETARI E DE LUCA
Il premier, intervistato da Repubblica, respinge le accuse di «doppiopesismo» tra Lupi e i sottosegretari: «Ho chiesto le dimissioni a Orsoni quando, patteggiando, si è dichiarato colpevole. Ho commissariato per motivi di opportunità politica il Pd di Roma nonostante il segretario locale fosse estraneo alle indagini. A suo tempo avevo auspicato il passo indietro della Cancellieri sempre con una motivazione strettamente politica. Altro che due pesi e due misure: le dimissioni si danno per una motivazione politica o morale, non per un avviso di garanzia». Quanto a De Luca, continua Renzi, «lui ha fatto una scelta diversa, considera giusto chiedere il voto agli elettori e si sente forte del risultato delle primarie». Il premier risponde anche alle critiche di D’Alema: «Parla come una vecchia gloria del wrestling». Poi un tweet.
Matteo Renzi ✔ @matteorenzi
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Con primarie e europee ci hanno chiesto di rimettere in moto l'Italia. Lo facciamo pensando agli italiani,non alle correnti. Buona domenica
SALVINI ALL’ATTACCO
«Renzi è garantista con i suoi amici ed è inflessibile con chi non sta nella sua cerchia», è il commento a caldo di Matteo Salvini. Il leader della Lega Nord ribadisce il concetto nell’intervista a Maria Latella su SkyTg24. «Un rolex è un rolex ma non è normale che Renzi non sia intervenuto su un ministro il cui papà è stato coinvolto in uno scandalo», aggiunge. «In un paese normale la commistione tra Renzi e le banche griderebbe vendetta, ci sarebbero 30 inchieste aperte». E poi l’attacco diretto: «Quello che contesto a Renzi è la differenza tra quello che dice e quello che fa - dice - non mi interessa se il suo è un partito arrogante, se facesse le cose resterebbe per me antipatico ma almeno sarebbe diverso». Invece per Salvini su scuola giustizia, tasse, «non fa quello che dice».
NUOVO CENTRODESTRA A RISCHIO IMPLOSIONE
Le parole di Renzi sono destinate ad accrescere i malumori in Ncd. Le sirene di Forza Italia tentano gli esponenti alfaniani e il partito rischia l’implosione. Nunzia De Girolamo ha chiesto al coordinatore Quagliariello un’assemblea straordinaria: «Ero, sono e sarò sempre di centrodestra e alternativa al Pd. Non mi iscrivo alla corrente tanto di moda del renzismo. Non possiamo continuare ad essere subalterni a un premier che ha un’arroganza insopportabile anche nei confronti di un amico (Lupi, ndr) che non è stato difeso». De Girolamo chiede di uscire dal governo. Ma Alfano frena: «Arriva la ripresa e qualcuno parla di sostegno esterno al governo. È una follia: noi dobbiamo prendercene i meriti. La lasciamo al Pd? Ma di cosa stiamo parlando?».
QUAGLIARIELLO: «VOGLIAMO STESSO PESO»
Intanto resta aperta la corsa per la successione di Lupi al ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Se non ha chiesto Renzi «le dimissioni di Lupi e ha apprezzato il suo gesto, non si vede perché Ncd debba essere penalizzato», spiega il coordinatore nazionale di Ncd Gaetano Quagliariello, che in un’intervista a La Stampa sottolinea: «Noi non difendiamo la poltrona del ministero per le Infrastrutture ma chiediamo a Renzi lo stesso peso». Il premier sta pensando al da farsi. Se l’ipotesi di dare le Infrastrutture a Lotti è ormai esclusa perché il premier non vuole allontanare da Palazzo Chigi il suo uomo più fidato, anche l’opzione Delrio, pur quotata, cala col passar di giorni. Perché l’interessato non scalpita, anzi. Tra i nomi cresce quello del consigliere per la sicurezza di Palazzo Chigi, Nicola Gratteri.
Fonte
Bravo, Salvini 
Apri gli occhi agli italiani che ancora credono nelle riforme del governo Renzi, quando in realtà altro non sta che ''riformando'' a suo piacimento per accentrarsi il potere prima e la fiducia obbligata dei cittadini appresso 
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(chissà perchè 
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